“Ce l’AVETE fatta?”. A domandarcelo non sono stati i 27.700 milanesi
che hanno firmato la nostra richiesta di referendum abrogativo dell’Area
C, ma esponenti di spicco e tesserati militanti del Popolo della
Libertà. Dietro questa richiesta s’intuisce la vera spiegazione del
nostro parziale insuccesso. A differenza dei referendum consultivi – per
cui la legge prevede la sottoscrizione di soltanto 10.000 firme –
quelli abrogativi richiedono 30.000 firme. Dal 6 dicembre al 18 maggio
ABBIAMO avuto a disposizione all’incirca cinque mesi e mezzo per
arrivare alla soglia richiesta. Personalmente, ho organizzato dei gazebo
anche durante il periodo invernale. Ricordo un’intera giornata passata
in corso Vercelli con alcuni colleghi consiglieri di Zona 7, con due
certificatori – uno consigliere provinciale e l’altro consigliere
comunale – e i ragazzi di Azione Giovani. Ricordo i – 6° C che mi
entravano su per la schiena e la neve ammonticchiata al nostro fianco.
Ricordo un consigliere regionale del NOSTRO PARTITO che ci guardava da
lontano senza avvicinarsi a darci il suo sostegno. È passato l’inverno e
poi c’è stato il congresso partitico della Grande Milano con l’elezione
del nuovo coordinamento. Era il 3 marzo. Dopo un breve periodo
d’inevitabile assestamento, Giulio Gallera e tutto il suo staff – che
ringrazio per l’impegno profuso in questo periodo – hanno messo in piedi
una macchina organizzativa senza precedenti, predisponendo circa 250
gazebo in poco più di un mese. Cosa mai vista nemmeno ai tempi d’oro di
Forza Italia, quando il nome di Silvio Berlusconi era sinonimo di
garanzia. Il vento cambia, lo sappiamo. Gallera avrebbe potuto non
accettare la sfida dell’Area C “ereditata” da non si sa bene chi. Per
lui è stato più importante metterci la faccia e scendere nuovamente in
strada per andare incontro a tutte quelle persone che dopo un anno
sentono la mancanza di un’amministrazione comunale competente. Abbiamo
ricevuto le lamentele di chi si è già pentito di aver votato il “Sindaco
gentile”, che ha portato al governo della NOSTRA CITTÀ la sua demagogia
statalista condita da tasse tasse e ancora tasse. I molti che non
credevano alle nostre parole, né in riferimento alle 22.000 multe
furbescamente ancora tenute nel cassetto di Palazzo Marino e non ancora
inviate né all’ampliamento della cerchia fino alla linea ferroviaria, si
cospargeranno la testa di cenere per l’occasione persa. Dopo la
scadenza della sperimentazione di Area C prevista per il 16 luglio p.v.,
il Comune accolga le modifiche maggiormente richieste dai milanesi, tra
cui:
- esenzione dal pagamento per i residenti;
- ridefinizione del perimetro dell’area C così da sottrarre le scuole e gli ospedali collocati sul confine;
- esenzioni per tutti i lavoratori - infermieri, personale delle
società delle pulizia, baristi, camerieri, etc - che sono costretti ad
entrare in centro prima delle 19.30 e finiscono di lavorare a tarda sera
(molte sono le aziende che stanno riducendo il personale nell’area C
per fronteggiare il calo di vendite dovute in parte alla crisi, ma anche
alla minor accessibilità dei servizi da loro offerti);
- ingressi gratuiti per chi deve recarsi in ospedale per esami, visite o donare il sangue;
- riduzione dell’orario dell’area C;
- riduzione tariffaria per chi ha provveduto al cambio dell’autovettura con veicoli meno inquinanti;
- non ostacolare l’accesso all’area C alle famiglie numerose che non
trovano nei mezzi pubblici un valido mezzo economico, oltre che sicuro,
che possa aiutarli a trasferirsi all’occorrenza in migliori siti
centrali della nostra città;
- incentivi per i cambi delle caldaie condominiali desuete e inquinanti.
Nonostante il difficile sostegno al governo e in un momento di forte
tensione sociale in cui l’antipolitica ottiene sempre più consensi,
abbiamo dimostrato che il Popolo della Libertà almeno a Milano è un
partito vivo e che raccoglie molti consensi. È arrivato il momento di
mettere all’angolo chi non fa altro che crogiolarsi dall’alto della
propria poltrona: o si rema tutti nella stessa direzione senza distinguo
oppure lorsignori si trovino cadreghe di altri partiti. Nel nostro
partito non vogliamo più falchi, colombe, corvi, galline e piccioni. Per
stile non farò nomi, ma noi non vi vogliamo! Nel PDL c’è gente che
merita di più. Gli elettori non vogliono politici auto referenziali che
non danno risposte nemmeno a chi li ha votati. Lavoriamo tutti insieme
per il progetto liberale in cui ha sempre creduto il presidente
Berlusconi e tutte le persone a cui ha dato fiducia in questi anni.
Un sentito e doveroso ringraziamento va dato a tutti i volontari
militanti e non, ai residenti No Charge, ai negozianti No Area C, agli
amici Promotori Azzurri, al Club Arcobaleno, ai consiglieri di tutte le
zone che si sono sbattuti fino in fondo, ai consiglieri comunali e
provinciali che sedevano al nostro fianco, agli assessori della
Provincia di Milano che hanno dato il loro contributo, a quel paio di
parlamentari che hanno organizzato incontri. Si riparta quanto prima con
una concreta alternativa politica per il bene della nostra Milano,
assediata in questi giorni dagli okkupanti della Torre Galfa prima e di
Palazzo Citterio poi, preoccupata dai proclami di altri che a loro volta
vorrebbero okkupare spazi dismessi. Si prosegua a far politica in mezzo
alla gente, facendo sventolare con orgoglio le nostre bandiere.
L'articolo ripreso da Affaritaliani
Nessun commento:
Posta un commento