È passato un anno da quando Giuliano Pisapia si è insediato a
Palazzo Marino. A distanza di pochissimi minuti s’affrettò a dichiarare che
sarebbe stato il sindaco di tutti e Nicky Vendola, segretario del partito di
cui Pisapia è tesserato - Sinistra Ecologia e Libertà -, abbracciò
simbolicamente i fratelli rom. È passato un anno dalla festa di piazza Duomo in
cui la folla si radunò con ogni vessillo arancione per gridare al vento - del
cambiamento? - che Milano era stata liberata…da chi non ci è ancora dato
saperlo.
Durante la campagna elettorale, gli impegni del candidato di
sinistra spaziavano dai salotti buoni del centro - su tutti casa Milly Moratti,
la signora dei petroldollari che amava farsi immortalare con la bicicletta
targata NO OIL - per arrivare alle periferie più degradate. Da un attento esame
dei dati a disposizione, il ribaltone politico si materializzò proprio nelle
sezioni elettorali della periferia, grazie all’aiuto dei molti comitati creati
ad arte negli anni da chi nutriva il risentimento verso il buon governo dell’amministrazione
di centro destra. Le associazioni e i centri sociali riuscirono a mobilitare la
massa con la promessa che votando Pisapia sarebbe cambiato tutto - …sì, in
peggio! -. Lo stesso sindaco, nei primi mesi di mandato, ha ripetuto più volte
che la sua amministrazione avrebbe avuto a cura le periferie. Parzialmente
aveva ragione: infatti, grazie ad Area C il centro sta morendo.
In realtà, le periferie non godono di miglior salute. Secondo i
dati della Prefettura, nel capoluogo lombardo i furti sono aumentati, in un anno, dell’11% e le rapine del 34,6%.
Nell’ultimo mese, Milano vanta il triste primato di 26 violenze carnali, di cui
ben 4 in un solo giorno. A causa della mancanza dei presidi delle Forze Armate
sul territorio e della promessa mai mantenuta del potenziamento dei vigili di
quartiere, le strade della periferia sono preda di qualsiasi tipo di crimine:
spaccio, illegalità, stupri, sporcizia, prostituzione, scippi, furti di rame,
incendi dolosi. Ogni mercato di quartiere è frequentato da zingari - nomadi,
come vengono amichevolmente chiamati dai kompagni - e l’accattonaggio è un
fenomeno largamente diffuso a ogni semaforo. Il numero dei “fratelli rom” è
incrementato del 300% e, se non ci si crede, basta andare a vedere nei pressi
del ponte della Ghisolfa l’indecente baraccopoli che nessuno sgombera. La
Polizia Locale ha avuto l’ordine tassativo di lasciare in pace e di non
chiedere i documenti ai senza fissa dimora.
Recentemente, in consiglio di Zona 7, un gruppo di cittadini è
venuto per due volte consecutive a chiedere e a sollecitare un intervento
tempestivo nel cosiddetto “Quadrilatero della paura”, nei pressi di piazza
Selinunte. È inutile elencare i crimini che vengono commessi alla luce del
sole, ma da quando il presidio dell'esercito nella suddetta piazza non c’è più la
percezione d'insicurezza è molto forte. Il circondario, a causa dei lavori di
A2A, ha subito delle variazioni viabilistiche anche dei mezzi ATM e si
segnalano aggressioni - fortunatamente solo verbali anche se accompagnate da
minacce con pezzi di legno divelti dalle panchine o altri oggetti contundenti -
agli utenti delle linee automobilistiche costretti a percorsi pedonali astrusi
con la scarsa illuminazione serale. La giusta cornice a questa situazione ormai
intollerabile è l'abbandono di rifiuti ingombranti che rimangono sul ciglio dei
marciapiedi per settimane prima che AMSA faccia pulizia.
In
conclusione, la mappatura delle criticità promossa dall'assessore Granelli non
risulta essere affatto utile alla risoluzione dei problemi, mentre sarebbero
opportune azioni concrete e tempestive di contrasto alla criminalità. La periferia è sempre più distante dal centro, nonostante le
promesse, e la piazza dove s’è celebrato il primo compleanno di soviet supremo
a Milano desolatamente vuota.
Via Paravia
Via Tracia angolo via Morgantini
Via San Giusto
Di tutti i rifiuti abbandonati solo questo mucchio era destinato ad AMSA
Stesso angolo a distanza di una settimana: qualcuno si è impossessato dei cuscini...